La plicometria permette una valutazione della composizione corporea di tipo bicompartimentale (percentuale di massa grassa e magra) sulla base della misurazione di più pliche cutanee. Prevede l’utilizzo di un plicometro, dispositivo simile ad una pinza che è opportunamente tarato per esercitare una pressione costante sui tessuti, è fornito poi di una scala graduata con indicatore per leggere il risultato della misurazione. Si inizia stringendo cute e sottocute tra le dita indice e pollice (plica) poi, evitando il tessuto muscolare, si applica il plicometro e si effettua la lettura possibilmente entro tre secondi. Il numero di pliche da valutare varia sulla base del metodo scelto. Quello di Jackson-Pollock prevede tre tipologie di misurazione: 7 pliche sia per uomo che per donna (ascellare media, addominale, coscia anteriore, pettorale, sottoscapolare, sovrailiaca e tricipitale), 3 pliche per uomo (addominale, coscia anteriore, pettorale) e 3 pliche per donna (coscia anteriore, sovrailiaca e tricipitale). Il metodo Durnin-Womersley prevede la misurazione di 4 pliche (sovrailiaca, bicipitale, tricipitale e sottoscapolare). Il metodo Katch-McArdle prevede la misurazione di 2 pliche (sottoscapolare e tricipitale). Inserendo le singole misurazioni nelle equazioni utilizzate dai diversi metodi, si ottiene una stima della percentuale di massa grassa del soggetto. Per differenza, è possibile risalire anche alla percentuale della sua massa magra. Conoscere la percentuale di massa grassa ci permette di valutare se il paziente ha necessità di un piano alimentare dimagrante, di mantenimento o ingrassante. La metodica è rapidia, semplice e non dolorosa, quindi, per il paziente che decide di effettuare controlli periodici in studio durante il piano alimentare, la misurazione sarà ripetuta più volte e con regolarità, in modo da valtare i risultati ottenuti.